LA GRANDE GUERRA
Dal centro di Tonezza si sale al Monte Cimone, luogo sacro alla memoria perché scenario della 1ª Guerra Mondiale. Qui sono ancora visibili i reperti e le testimonianze dei combattimenti sul fronte veneto-trentino.
Fu con la Stafexpedition, scatenata dagli austroungarici nel maggio del ’16, che questo territorio divenne l’ultima frontiera per impedire agli austriaci lo sbocco nella pianura vicentina.
Lungo il percorso si possono osservare gli antichi camminamenti, le trincee e l’articolata rete di gallerie. Sono visitabili la Cima Neutra con la caratteristica galleria elicoidale, il maestoso Priaforà con le caverne in roccia e moltissimi forti trasformati oggi in rifugi: forte Campomolon, forte Doss del Sommo. Di fronte alle “Fortezze dell’Imperatore” (Doss del Sommo, Sommo Alto, Cherle, Belvedere, Luserna, Verle, Pizzo di Vezzena) stavano infatti “Le sentinelle del Regno”, cioè i forti italiani di Campomolon, Cornolò, Casa Ratti, Punta Corbin, Campolongo, Verena.
Per chi voglia camminare sui sentieri della storia, è ancora possibile imbattersi nelle rovine di queste opere militari pesantemente danneggiate. E se di Cornolò oggi non rimangono che pochi resti di murature, la visita alle rovine di Forte Campomolon, situato a 1853 m di quota per contrastare le fortezze folgaretane, permette di cogliere l’imponenza architettonica delle sue strutture.
È ancora visibile anche il cratere scavato dalla mina austriaca scoppiata nel settembre del 1916. In memoria dei molti caduti in quei luoghi sacri è stato eretto l’Ossario con l’alta cuspide.
IL CIMITERO AUSTRO-UNGARICO
A Tonezza del Cimone, nella piccola località di Crosati, vicino a Contrà Campana, vi è un cimitero austro-ungarico che raccoglie le salme di oltre mille Kaiserjäger austriaci caduti dal 1916 in poi. Precedentemente i caduti erano stati tumulati in altri due cimiteri della zona, a Contrà Grotta e Campana, ma gli asburgici decisero di costruirne un terzo in questa zona perché considerata più sicura e riparata dai bombardamenti dell’artiglieria italiana. Questo cimitero, realizzato nel corso del 1917, ospitò i caduti del secondo reggimento Kaiserjäger e dei reparti Landsturm.
Nel dopoguerra accolse anche i caduti degli altri tre reggimenti della terza divisione Edelweiss. In totale il cimitero giunse ad accogliere ben 1036 militari. In origine il perimetro del cimitero era formato da un semplice steccato che nel dopoguerra fu sostituito da una muratura in sasso con relativo cancello di ingresso. Le lapidi cementizie che originariamente permisero il riconoscimento delle salme per la traslazione in patria sono andate perdute. Sono invece originali i due cippi in sasso che ricordano due ufficiali caduti. Nel 1965 le salme ignote, 579, furono esumate e riposte nel sacrario militare di Cittadella (PD) dove riposano circa 17.000 caduti di diverse nazionalità. Dopo un periodo di abbandono, venne iniziato un lavoro di restauro a cura dell’Associazione del Fante di Vicenza con la collaborazione dell’Azione Cattolica Vicentina e del Comune di Tonezza del Cimone. L’area venne riordinata e vennero collocate circa cento croci lignee a ricordo dei tanti caduti che un tempo vi erano sepolti. Il crocefisso posizionato all’estremità del vialetto interno è quello originario rinvenuto in loco. Il restauro si concluse nel 2006. Alla riapertura, il cimitero è stato denominato “Monumento alla concordia e alla pace“ e può essere considerato il punto di partenza di un percorso di memoria che conduce all’Ossario di Monte Cimone.
Il 3 settembre 2006, presso il Cimitero austro-ungarico si è svolto il 14° incontro italo-austriaco della Pace in occasione del quale è stato inaugurato il cimitero al termine della restauro.
L’OSSARIO DEL MONTE CIMONE
Il Cimone, così come tutte le montagne dell’Altopiano e dei gruppi limitrofi, divenne l’ultimo baluardo contro l’avanzata delle truppe austro-ungariche nella primavera del 1916 denominata appunto “Strafexpedition”.
Alle 5:45 del 23 settembre 1916, l’esercito austroungarico fece saltare la vetta del Cimone. Si trattò di una mina di circa 14.200 kg d’esplosivo che travolse le truppe della Brigata Sele, della 136ª Compagnia Zappatori e del 63º Battaglione del Genio. In tutto morirono 10 ufficiali e 1.118 soldati.
Nel dopoguerra si provvide a recuperare i resti di 1210 caduti che vennero inumati in un primo ossario. Non si poté procedere alla identificazione di nessuno dei militari. Nel 1927 si costituì il “Comitato per l’erigendo Ossario”. L’Ossario, a 1226 m.s.l.m., fu progettato dall’ingegnere vicentino Thom Cevese ( 1886-1947). Successivamente iniziarono i lavori del vero e proprio monumento che venne inaugurato tredici anni dopo. Sulla pietra che costituisce la chiave di volta vennero scolpiti due scudi araldici con gli stemmi di Vicenza e di Tonezza, il fascio littorio e il leone di S. Marco. L’avvallamento nell’area antistante al monumento testimonia ancor oggi l’effetto dell’esplosione del 23 settembre 2016.
Nel sacello, un masso costituisce l’altare e, osservando il soffitto, si nota una lapide a ricordo del progettista che venne sepolto anch’esso in questo luogo. L’iscrizione posta sul lato meridionale recita “Sepolti da mina nemica qui dormono mille figli d’Italia. 22 Settembre 1916”. A nord una seconda lapide declama “Sul martoriato Cimone le gesta di nostra gente eccelsero per audacia. 24 luglio 1916”. C’è inoltre una iscrizione che ricorda il sacrificio dei Finanzieri che combatterono assieme agli Alpini.
LE VIE DI ACCESSO AL MONTE CIMONE
Gli accessi al Cimone sono vari. Il più rapido è quello che partendo da Piazzale degli Alpini a Tonezza, prosegue in direzione contrà Campana. Seguendo le indicazioni per Ossario, si arriva nel piazzale finale da dove una piccola mulattiera conduce alla vetta che ospita il sacrario.
Da Tonezza, è possibile anche percorrere il sentiero CAI 536 che percorre il lato ovest dell’altopiano con panoramiche vedute sulla Val di Riofreddo.
Da Arsiero sono utili i sentieri CAI 541, 542, 544 che si inerpicano, da vari punti, sul versante del Cimone per poi confluire sotto il Caviojo e proseguire verso la cima Neutra e la vetta del Cimone.
Infine vi è la strada degli Alpini: un percorso realizzato prima del 1910 da reparti delle truppe alpine sul versante occidentale del Monte Cimone in preparazione delle linee difensive in caso di guerra. La partenza è da Case Pierini che si raggiunge dalla strada Arsiero-Posina poco dopo la galleria San Rocco. Da casa Pierini si sale per alcuni tornati fino ad una strettoia detta bocchetta Vangelista; il sentiero procede regolare fino ad uscire sulla strada che porta al Cimone da Tonezza. Si prosegue fino ad imboccare il sentiero sulla sinistra con indicazione monte Cimone.